venerdì 27 agosto 2010

Parole che toccano...

>Da cosa/come mi hai riconosciuta considerato che il rapporto era solo epistolare?

-Tu esprimevi il tuo desiderio, il tuo bisogno. La tua determinazione, il tuo carattere forte, indicavano chiaramente che non avevi necessità di “fingerti” sottomessa per sentirti accettata (come credo che molte facciano, anche se inconsapevolmente), che non te ne fregava nulla se ciò accadeva oppure no, che il masochismo che dichiaravi aveva tutt’altra origine e tutt’altra consapevolezza.
Poi, quando sei stata qui. vedere il tuo sguardo dal vivo, proprio mentre ricevevi le mie sevizie, mi ha regalato una dolcezza ed una certezza di te che mi ha riempito l’anima, come se qualcosa si stesse gonfiando dentro il mio animo mentre ti guardavo...

giovedì 26 agosto 2010

Mi piace ricordare...

Scambio di mail con Y.

Ciao bellissima!

>è un rapporto nato con caratteristiche a me (forse NOI) favorevoli. Uno non può dare di più e l'altra non vuole. Idilliaco quindi :D
-Si, lo è. Lo so che lo è razionalmente, ma è molto più bello percepirlo con tutti i sensi mentre ti abbandoni a me o perfino ricordarlo soltanto, quando chiudo gli occhi e rivedo la tua immagine, i tuoi sguardi, la tua dolcezza che io posso violare...

>Se io amassi qualcuno impazzirei a saperlo con un'altra. Quello che è mio è mio, e se uno si mette con me deve sapere di incastrarsi coscientemente in una gabbia di cui solo io ho la chiave.
-E’ un altro dei motivi che ci impedirebbero di essere una coppia. Ho già sperimentato questo stato e mi ha fatto perdere me stesso. Non avrebbe senso fare qualcosa per una persona che ti rende irriconoscibile, oltre che a te stesso, anche a quella persona. Il classico sacrificio inutile.

>il mio masochismo ti piace, ho capito che ti piace come lo manifesto e come ti nutre, che ne hai in un certo senso bisogno, perchè offrire il proprio dolore desiderandolo è diverso che farlo solo per accontentare la persona che hai davanti e soffrire di pene di cui si farebbe a meno...
-E’ proprio così!
Tu rappresenti un mio sogno, qualcosa che ho sempre desiderato e che credevo di aver avuto, per brevi momenti, con mia moglie, ma che, invece, era un’offerta dolce, non un piacere condiviso.
Con te mi sono sentito compagno di strada, perché la stavamo percorrendo insieme, mandandoci ondate di emozioni e sensazioni che si amplificavano incontrandosi.
Sapevo di averne bisogno... Con te ho sentito che ne avevi bisogno anche tu e ti ho riconosciuta :)

> è con la persona che hai davanti che riesci a esprimere la tua natura, non sono gelosa di un'altra donna perchè qualsiasi cosa tu ci potrai fare insieme non sarà mai paragonabile a quelle che fai con un'altra, in questo caso me, sento che quello che ci siamo già dati è bellissimo, e scusa la presunzione, ma è unico
-Non c’è presunzione nelle tue parole. E’ l’unica e inequivocabile realtà. Sono stati tutti momenti unici e, ognuno a suo modo, irripetibili. Perché tu sei unica ed irripetibile e perché, come scrivevo, ci siamo accorti di avere lo stesso bisogno.
E’ stato semplicemente fantastico. E non vedo l’ora che, in altri momenti, a loro volta unici, possa esserlo di nuovo.
Ti desidero molto! 

martedì 17 agosto 2010

Vorrei avere giorni con te per fare Tantra...

Nessun orgasmo come obiettivo, ma nessuna negazione. Un bagno, con me dentro la vasca dietro di te, come ci sediamo sul divano, per lavarti bene e lasciarti rilassare. Tante asciugamani in cui avvolgerti ed abbracciarti, per asciugarti a contatto del mio corpo. Portarti in braccio a letto, liberarti dalle asciugamani umide...
Lunghi massaggi con una crema profumata che ti piaccia, mentre sei di traverso sul letto.
Prima prona; partendo dalle caviglie, risalire lungo le gambe e le cosce, lentamente. Dedicare tutto il tempo che meritano ai tuoi glutei pieni, per offrirti il piacere del massaggio e prendere il piacere del contatto, sfiorare il tuo buchino senza accettare le sue mute richieste di penetrazione. Distendere tutte le vertebre, seguire i tuoi consigli perché tu possa rilassarti al meglio, disegnarti i fianchi ed ammorbidire le spalle.
Poi supina, stavolta partendo dalle mani. Seduto sul tuo pube massaggiarti le dita una per una, ammorbidirti i palmi, sciogliere i polsi, risalire lungo gli avambracci ed i bracci fino a ricollegare la crema a quella già spalmata sulle spalle. Staccare sul ventre, giocare con l’ombellico, risalire lungo i fianchi vellicandoti senza mai farti sentire il bisogno di agitarti per il solletico, anzi, facendotelo desiderare. Massaggiarti il seno, prendendo tanto tempo anche qui... risalire sul petto ed il collo per poi tornare sul seno; godere del contatto, cercare sul lato la linea con la quale si congiunge al busto, emozionarmi al cambio di sensazioni che le mie dita provano passando dall’ascella al busto ed al leggero gonfiore laterale del seno. Vellicarti delicatamente anche qui. Staccare sui piedi; massaggiarli a lungo perché sono sempre i più dimenticati, ammorbidire la pelle dura dei cuscinetti torturati dalle lunghe giornate di lavoro e dai tacchi, separare bene tutte le dita. Risalire lungo le caviglie e le tibie, soffermarsi sulle ginocchia e, finalmente, dischiudere le cosce...
Sedermi al centro per massaggiarle. Risalire centimetro per centimetro, pregustando il mio obiettivo che si dischiude lentamente davanti a me. Poggiare sulla tua vulva le mie palme e massaggiarti, con delicatezza infinita, dal centro verso l’esterno
Poi, spostarmi al tuo fianco, sedendomi con la schiena appoggiata alla testiera come mi hai già visto fare, con due cuscini che mi sostengano, consentendomi di rimanere lì, con te e per te, per tutto il tempo del mondo...
Riprendere, con la sinistra, i massaggi, mentre con la destra ti copro e ti riscaldo ora il ventre, ora il seno, ora il viso. Disegnare cerchi intorno alla tua vulva, prima ampi, dall’inguine, stringendoli via via per carezzare le labbra esterne... Senza mai toccare il clitoride...
Scendere sul perineo. Massaggiarlo prima molto delicatamente, poi pressando sempre un po’ di più, lasciandomi guidare dalle sensazioni che vedo dipinte sul tuo volto, che ascolto nei tuoi sospiri. Poi, lasciarmi guidare dalle contrazioni, dai tuoi fianche che cercano di attrarmi, dal tuo fiore carnivoro che vuole ingoiare le mie dita...
Entrare in te, con una lentezza ed una delicatezza estenuanti... Evitare accuratamente il cielo della tua vagina, frugandone il resto, percependone il dilatarsi a dismisura, finché non mi preghi di massaggiarti proprio lì...

In quel momento, ti renderesti finalmente conto che, nonostante possa essere trascorsa più di un’ora da quando ho iniziato a prendermi cura di te, siamo solo all’inizio.
Ti proibirei assolutamente di toccarti in alcun modo il clitoride, ma ti consentirei di aggrapparti al mio cazzo per sentirti stabile. Se ti aiutasse ti legherei i polsi all’esterno delle cosce per farti sentire più libera. Poi ti ordinerei di raccontarmi tutto, di farmi capire cosa ti accade, per non essere mai eccessivo mai troppo delicato.
Infine ti consentirei di ridere, di piangere, di urinare, di urlare... per tutto il tempo che vuoi...