sabato 29 maggio 2010

Breath control

Con il termine Breath control si indicano pratiche che comprendono il controllo e la limitazione dell’ossigeno al cervello, sia interferendo direttamente sul respiro che attraverso la carotide che approvvigiona sangue ossigenato al cervello.

L’interesse sessuale di tale pratiche viene indicato col termine
asfissiofilia.
Ovviamente è una delle pratiche SM maggiormente rischiose, che richiede responsabilità, fiducia e scropolosi accorgimenti di sicurezza. Prima di considerare tale pratica vi consigliamo di leggervile note in rischi e sicurezza.

Attenzione a praticarlo in solitudine: la limitazione dell’ossigeno può portare rapidamente alla perdita di conoscenza e, se prolungata, a danni cerebrali irreversibili e alla morte. A meno che non abbiate un sistema a prova di errore che rimuova la causa del soffocamento, vi consigliamo di praticare breath control solamente in compagnia di un partner di assoluta fiducia (oltre che assai esperto).



Sensazioni
Il breath control è una delle pratiche che molti BDSMers pongono senza esitazione tra quelle “ai limiti”. E con ovvie ragioni: l’approvvigionamento costante di nuovo ossigeno e la contemporanea rimozione del biossido di carbonio sono vitali per il corpo umano.
Private il cervello di ossigeno per circa 12 minuti e otterrete un vegetale, per non parlare dei danni irreparabili al cuore anche con meno minuti. Sappiate quindi che chi gioca col respiro è a pochi minuti dal giocare con la morte.
E sicuramente qui sta l’eccitazione per molta gente. Occorre non avere coscenza che ciò che si sta facendo sia pericoloso, poiché tutti i riflessi incondizionati sarebbero all’erta. Si provi ad appoggiare il retro di un dito indice ad uncino sopra alla trachea nel bel mezzo dell’incavo tra collo e mento e si provi a schiacciare e alzare con delicatezza. Basta una qualsiasi pressione per avere una sensazione davvero spiacevole. Si provi a fare quanto spiegato con su di un’altra persona e sicuramente essa cercherà di scacciare la vostra mano senza tanti complimenti.
Alcuni provano piacere sessuale particolare semplicemente per il fatto di avere il respiro ridotto, o provano piacere per il senso di “chiusura” nell’uso di maschere o cappucci.
Il Breath Control è senza dubbio un gioco sulla fiducia, in quanto il sottomesso mette letteralmente la sua vita nelle mani della proprio “carnefice”.
Il Breath control si può usare con moderazione per introdurre elementi di vulnerabilità o pericolo in una sessione anche se alcuni raggiungono il limite della perdita parziale di coscienza al fine di provare piacere per la seguente alterazione psicologica.
Alcuni credono, a torto, che ci sia una diretta connessione tra la restrizione del respiro e la risposta sessuale, basandosi su l’assunto reale che molte vittime di impiccagione eiaculino spantaneamente durante il trapasso. L’assunzione è sbagliata in quanto la moderna impiccagione causa la morte per rottura della colonna vertebrale e non per soffocamento, e il seguente trauma nervoso può causare eiaculazione. Tuttavia l’ordine impartito ad un sottomesso che non avrà il suo ossigeno se a breve non eiaculerà è spesso efficace e conduce ad un rapido orgasmo.



Varianti di “Gioco”
Restrizione dell’afflusso di aria
Ad un soggetto calmo e controllato esso può essere ottenuto facilmente usando le mani per tappare le narici e bocca, o in ultimo entrambe le mani in bocca. Fate attenzione alla pressione che esercitate. In alternativa potete usare mollette, gagball, nastro adesivo e così via. Il vantaggio di usare le mani sta nella sicurezza di levarle subito in caso di problemi.
Altre parti del corpo si possono comunque usare. Quella che combina maggiormente erotismo e fisico è il queening, dove la Mistress si inginocchia sulla testa del proprio slave chiudendo le gambe e ostruendo naso e bocca con la propria vagina. E’ possibile utilizzare direttamente il didietro anche se è leggermente più complicato.
Maschere a tenuta d’aria e cappucci con diverse forme e fori per la respirazione controllata posso essere già eccitanti per il solo fatto di indossarli. Agendo direttamente con le mani sulle prese d’aria si possono avere gradazioni molto sottili di restrizione d’aria con sicurezza e facilità di utilizzo. Le maschere antigas sono ideali in quanto sono solitamente affidabili poiché hanno una presa d’aria grande e facilmente identificabile, idem per le maschere da anestesia. Per quanto concerne i cappucci essi ne esistono in moltissimi materiali, ma fate attenzione alla loro fattura: testate prima le prese d’aria (di solito molto piccole) e quanto risulta difficoltoso levarseli. Eventualmente tenete a portata di mano un paio di forbici senza punta, come misura di emergenza.
Tanith Tyrr (1996) fa presente che tutte le restrizioni d’aria per essere funzionali e sicure debbono consentire la loro rimozione in meno di un secondo e che il totale blocco della respirazione non deve durare più di dieci secondi.


Rebreathing
Il rebreathing o
soffocamento prevede la respirazione in un serbatoio a tenuta d’aria in maniera che la quantità di ossigeno vada via via decrescendo. Un sacchetto di plastica messo in testa, per esempio, è la cosa più semplice da utilizzare per questa pratica, in quanto è facilmente rimovibile, e in più, dà la bizzarra sensazione di vedere quasi normalmente l’ambiente circostante, mentre l’ossigeno cala, oppure oggetti fetish fatti ad hoc, come ad esempio i tubi di respirazione collegati a valvole e a camere d’aria, come quelli usate per le anestesie. Un’altra tecnica può essere quella della respirazione bocca su bocca completa (con espirazione), tenendo chiuso il naso.
Strangolamento e Pressione sulla Carotide
L’ostruzione della trachea attraverso la sua pressione dall’esterno è altamente pericolosa e può causare danni anche involontari; è da praticare solo con chi è ben informato sulla anatomia della zona. Alcune tecniche prevedono la pressione sul collo in maniera da interessare le arterie della carotide principali fornitrici di ossigeno al cervello, ma senza interdire la respirazione. E’ anche il segreto delle tecniche di presa nel judo e in altre discipline di autodifesa.

Il procedimento per l’identificazione della carotide è spiegato in ogni manuale di pronto soccorso, poichè è il modo più semplice per sentire le pulsazioni. ‘Con la testa reclinata all’indietro toccare il pomo d’Adamo con due dita. Far scivolare le dita all’indietro tra l’incavo formato da esso e il fascio muscolare che unisce l’attaccatura della mascella alla scapola, attraversando i lati del collo ‘ (St John Ambulance et al 1992:29). Un minima pressione in quel punto porta rapidamente ad incoscenza, e, se mantenuta, può creare danni irreversibili. Con la stessa efficacia dell’uso delle mani si può utilizzare un laccio emostatico o le fasce per la rilevazione della pressione arteriosa, ma siate cauti: le vostre mani sono più sicure.
Impiccagione
L’impiccagione emana un certo fascino per alcuni, ma poiché pericolosissima, è molto difficile da attuare in maniera sicura in un contesto SM. Sebbene nella tecnica di esecuzione moderna, la morte sia pressochè istantanea, come risultato del distacco della spina dorsale dal collo causato dal peso del corpo, lo strangolamento giocava un certo ruolo nel passato. Per esempio, le vecchie sentenze per strangolamento, stiramento e squartamento dovevano essere eseguite ancora con il condannato in vita. Probabilmente, per i vecchi boia medievali non era un gran problema l’entità della compressione o tensione su strutture delicate come il collo, in quanto le loro vittime più soffrivano, meglio era, ma in un contesto BDSM non fatale è difatto un gioco molto pericoloso, specialmente per chi lo fa da solo, quindi evitate di passare da suicidi agli occhi della Polizia in un contesto autoerotico comprendente l’impiccagione.



Alcuni scrittori hanno discusso riguardo l’impossibilita di praticare breath control in maniera sicura. Jay Wiseman, autore di SM101, ha alimentato le controversie con le sua asserzione secondo cui in tutte le forme di breath control il sottomesso è, nell’immediato, posto ad un imprevedibile rischio di morte. E quando Checkmate pubblicò un articolo sul tema in questione scritto da un appassionato del genere (Williamson 1994), i responsabili della rivista ritenettero opportuno accompagnare l’articolo con un avvertimento a non esercitare tale pratica, scritto dal loro consulente medico (Tattoodoc 1994).
Quindi dov’è la verità? Dal punto di vista fisiologico, il corpo necessita di ossigeno per le reazioni chimiche cellulari e, nello stesso tempo, di liberarsi del biossido di carbonio che è lo scarto di tali reazioni. Normalmente entrambe le necessità vengono svolte dalla respirazione: l’ossigeno dell’aria penetra nei polmoni dove si discioglie nel sangue, mentre il biossido di carbonio viene liberato nell’aria dall’espirazione. Ostacolando entrambi i processi, l’acidità del sangue sale rapidamente, con conseguenti danni diretti ed effetti collaterali a loro volta molto seri.
Quando il cuore va in debito di ossigeno, esso inizia ad eliminare le cellule che creano le extra pulsazioni. Secondo Wiseman, più a lungo l’ossigeno rimane in difetto, più aumentano le probabilità di un attacco cardiaco. Sfortunantamente non esiste un efficace modo per individuare le contrazioni in eccesso, anche se avessimo collegato un elettrocardiogramma.
Le critiche a Wiseman si basano essenzialmente sul fatto che le sue sono teorie non sottoposte a test, sebbene chiunque a conoscenza di un minimo di fisiologia del corpo umano riconosce che la privazione di ossigeno al cuore, o “ipossìa”, lo sottopone ad uno stress inusuale. E’ lecito, comunque, affermare che il cuore è in grado di sopportare un minimo di ipossìa senza panico. L’esercizio respiratorio tuttavia può aumentare la capacità di immagazzinare ossigeno, e ad esempio coloro che effettuano immersioni sott’acqua in apnéa, possono rimanere senza respirare per alcuni minuti senza danni alla salute. Come in tutte le cose, le condizioni generali di salute sono anch’esse importanti, quindi, chi ha problemi respiratori e/o cardiaci si astenga dal praticare breath control.
Un altro effetto dell’ipossìa è lo svenimento che segue un abbassamento dell’ossigenazione cerebrale. Condizioni di svenimento simili si verificano naturalmente in seguito a lunghi periodi di inattività fisica, dovuto al ristagno di sangue nella circolazione periferica: al fine di indurre l’incoscienza è preferibile che il corpo sia in posizione orizzontale, in maniera da consentire l’ossigenazione del cervello. La maggior parte delle persone che si dedicano al breath control, difficilmente arriva allo stato di incoscienza, ma per alcuni può essere l’ultima cosa eccitante che fanno.
Il rischio dovuto all’incoscienza in tutti i giochi di breath control è la ragione predominante alla più importante regola di sicurezza: se vuoi giocare, non giocare da solo. La maggioranza delle vittime correlate ai giochi di breath control, stimate in 1 ogni milione di persone (250 in USA e 60 in UK) sono dovute a giochi solitari. Pericolose avvisaglie di debolezza in arrivo, come fischio alle orecchie o visione ristretta, sopraggiungono qualche secondo in anticipo, che può non essere sufficiente a sfuggirne. Se devi giocare da solo fallo bloccando l’aria manualmente e in questo modo ogni situazione di pericolo e debolezza consentono di mollare la presa delle mani e consentire nuovamente all’aria di passare liberamente. Bondage and BC in una sessione solitaria, possono essere una combinazione mortale.
Si può causare uno stato di svenimento evitando l’occlusione delle vie respiratorie, esercitando una pressione sull’arteria carotidea. Alcuni seguaci del breath control la indicano come il modo più sicuro per produrre uno stato di incoscienza, evitando ogni pressione sulla trachea o sulla gola, organi molto più delicati.
Poiché le vittime di svenimento sono successivamente in stato di confusione e angoscia (e chi pianifica la sessione deve tenerselo a mente), la ripresa di tutte le facoltà mentali è solitamente completa e uno svenimento occasionale, dal punto di vista medico è considerato insignificante. Il pericolo maggiore è battere la testa durante la caduta, solitamente evitata in uno svenimento “programmato” in sessione. Provvedendo ad un normale ristabilimento delle condizioni normali di respirazione (come sempre dovrebbe essere), la perdita di conoscienza è temporanea. In base a quanto dicono i sacri testi di medicina, il cervello resiste per circa tre minuti senza ossigeno, prima che sopraggiungano seri danni. Ma i maggiori detrattori al breath control affermano che, comunque piccoli danni cerebrali si possono avere a causa di ripetuti indotti stati di incoscienza.
E’ ben risaputo che protratti bassi livelli di ossigeno, (dovute ad esempio all’altitudine o a certe malattie che causano interruzioni intermittenti del respiro durante il sonno) possono causare danni cerebrali. L’ipossìa distrugge i neuroni, che in età adulta non sono rimpiazzabili. Wiseman citò il caso di un istruttore di judo con danni cerebrali dovuti a ripetuti incontri come dimostrazione che ripetuti strangolamenti della carotide dovuti alle tecniche tradizionali in questo tipo di sport. Il consulente Tattodoc della rivista Checkmate indica nella corteccia cerebrale la struttura che richiede maggiore ossigeno, e quindi l’ipossia interessa, in primo luogo, i maggiori centri cerebrali.
Come nient’altro nell’SM, giocando razionalmente, si richiede un calcolo dei rischi rispetto al piacere, e la limitazione al massimo dei rischi che si corre. Per esempio alcuni fanatici del breath control riportano che un secondo tentativo di induzione all’incoscienza durante la stessa sessione richiede un maggior periodo di privazione dell’ossigenazione per verificarsi, aumentanto il pericolo per i neuroni, e senza neanche molta soddisfazione. Razionando quindi questo tipo di gioco limitandolo a occasioni speciali con consistenti intervalli temporali è consigliabile sia in termini di cura del proprio cervello che in termini di piacere!
Dediti al pericolo, vale la pena chiederci quanto in là vogliamo spingerci, e se c’è da essere soddifatti con il consiglio di Tanith Tyrr(1996): ‘Nello svolgimento di una fantasia fetish, enfatizzate l’aspetto verbale, e andateci piano con il porre nei fatti l’azione’. L’ idea del breath control fa già abbastanza paura e già può prendere piede in un gioco cerebrale ben giocato. Se andate sul pesante, occupatevi con estrema cura degli aspetti riguardanti la sicurezza, e considerate seriamente di partecipare a corsi di pronto soccorso, con i quali, nel caso che vada tutto storto almeno avete più chances di cavarvela.
Anche Wiseman non chiede alla gente di smettere di praticare il breath control, ma solo di essere coscienti dei pericoli dovuti alla trascuratezza. Il fatto rimane che comunque molta gente viene affascinata irresistibilmente dall’asfissia, e sperimenterà tale pratica comunque. Isteria e tabù soffocano il dibattito, e accrescono le chances che qualche solitario raggiunga il suo ultimo orgasmo con tale pratica.

tratto: dal vizionario di www.anastasja.org

1 commento:

  1. Questa è la versione teorica, ma provate a viverlo dal vivo e vi accorgerete che le sensazioni sono molto più personali e indimenticabili! :)

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